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PESARIIS IL PAESE DEGLI OROLOGI

Pesariis è l'ultima frazione della Val Pesarina (nota anche come Canale di San Canciano), una valle stretta in cui i vari insediamenti sono posti in modo lineare lungo il versante soleggiato del torrente e la strada di collegamento con il Cadore, che si biforca anche verso Sauris.
Nell'agglomerato, il quale si presenta in modo compatto per non sottrarre terreno fertile destinato alla coltivazione, gli edifici sono organizzati attorno a due poli principali:
- il nucleo della Pesa, dove le case presentano un fronte unico e continuo;
- il borgo Chiaciut, adiacente al fiume, è probabilmente il più antico, qui troviamo la chiesa ed il cimitero.
I due poli si distinguono per le loro diverse funzioni, infatti, il primo, situato lungo le maggiori vie di comunicazione, era il centro destinato al commercio ed agli affari; mentre il borgo Chiaciut è di dimensioni più contenute sia per la sua posizione marginale sia per la mancanza di soleggiamento di questa zona, essendo un'area legata alle attività agricole esso si presenta con una conformazione diversa.
La prima immagine di Pesariis si trova in un affresco della chiesa di Osais risalente al 1506, dove sono raffigurati due paesi, Osais e Pesariis, posti sulla riva sinistra di un fiume e separati da un profondo avvallamento che coincide con il torrente Fuina.
La disposizione planimetrica del villaggio dipinto ricorda i caseggiati attuali mentre la torre che si può vedere all'interno delle mura corrisponde alla torre dell'orologio il cui basamento risale al XIV-XV secolo.
La vocazione orologiera della villa di Pesariis venne ufficialmente sancita nel 1725, anno di fondazione dello stabilimento dei Solari.
Ma già precedentemente, si presume dalla seconda metà del XVII sec., in molte case veniva costruito un tipo di orologio da parete robusto e tecnicamente evoluto.
Le ipotesi circa le origini dell'orologeria pesarina formulate fino ad ora sono sostanzialmente due: la prima fa riferimento ad una figura romanzesca, un pirata genovese di cognome Solari, che si sarebbe rifugiato a Pesariis, dedicandosi poi con successo alla produzione di orologi ed espandendo la sua attività fino alla fondazione della fabbrica.
La seconda spiegazione si rifà invece ai movimenti migratori del XVII secolo ed al fenomeno dei cramârs che, nella zona settentrionale della Carnia si erano specializzati nel commercio di stoffe e droghe (spezie) la cui destinazione erano "las Germanias".
Secondo questa ipotesi, è plausibile che qualche pesarino dedito al commercio ambulante, abbia visto ed appreso nelle Germanie - in particolare, nei villaggi della Foresta Nera - i segreti della meccanica dell'orologeria che in quei paesi era già molto sviluppata.
A prescindere dalle possibili ipotesi che, in mancanza di testimonianze scritte restano tali, a partire dalla seconda metà del 600, nelle case di Pesariis cominciò ad essere fabbricato un tipo di orologio da parete in ferro, con caratteristiche meccaniche molto simili a quello tipico della Foresta Nera, da cui però si differenzia per essere costruito completamente in metallo - ferro battuto, od ottone e ferro - anziché in legno e con minori ornamenti, presumibilmente per motivi economici.
Nella maggior parte dei casi gli orologi venivano fabbricati su commissione per essere appesi sotto il portico delle case pi ricche; in altri, il fabbricante o i suoi figli se li caricavano in spalla a mo' di crascina (la "valigia" dei cramârs) ed andavano a venderli nel Veneto e nel Friuli.
Parallelamente, in quest'epoca si registrò un calo delle migrazioni dal canale di San Canciano: evidentemente l'attività era già redditizia.
Nel 1725 venne fondata la Fària (fabbrica) a nord dell'abitato di Pesariis, probabilmente in corrispondenza di un precedente casolare o mulino.
La produzione si mantenne a livello artigianale, ma si cominciarono a costruire anche orologi da torre, naturalmente su commissione, dati mole e costo. Le prime attestazioni risalgono alla fine del XVIII sec.: nel 1789 Antonio Solari costruì e pose in opera l'orologio della torre comunale della città di Cherso, come da attestato della Podestaria di quella città riportato nel catalogo pubblicato dalla Solari nel 1906.
http://www.pesariis.it/index.html
Nell'agglomerato, il quale si presenta in modo compatto per non sottrarre terreno fertile destinato alla coltivazione, gli edifici sono organizzati attorno a due poli principali:
- il nucleo della Pesa, dove le case presentano un fronte unico e continuo;
- il borgo Chiaciut, adiacente al fiume, è probabilmente il più antico, qui troviamo la chiesa ed il cimitero.
I due poli si distinguono per le loro diverse funzioni, infatti, il primo, situato lungo le maggiori vie di comunicazione, era il centro destinato al commercio ed agli affari; mentre il borgo Chiaciut è di dimensioni più contenute sia per la sua posizione marginale sia per la mancanza di soleggiamento di questa zona, essendo un'area legata alle attività agricole esso si presenta con una conformazione diversa.
La prima immagine di Pesariis si trova in un affresco della chiesa di Osais risalente al 1506, dove sono raffigurati due paesi, Osais e Pesariis, posti sulla riva sinistra di un fiume e separati da un profondo avvallamento che coincide con il torrente Fuina.
La disposizione planimetrica del villaggio dipinto ricorda i caseggiati attuali mentre la torre che si può vedere all'interno delle mura corrisponde alla torre dell'orologio il cui basamento risale al XIV-XV secolo.
La vocazione orologiera della villa di Pesariis venne ufficialmente sancita nel 1725, anno di fondazione dello stabilimento dei Solari.
Ma già precedentemente, si presume dalla seconda metà del XVII sec., in molte case veniva costruito un tipo di orologio da parete robusto e tecnicamente evoluto.
Le ipotesi circa le origini dell'orologeria pesarina formulate fino ad ora sono sostanzialmente due: la prima fa riferimento ad una figura romanzesca, un pirata genovese di cognome Solari, che si sarebbe rifugiato a Pesariis, dedicandosi poi con successo alla produzione di orologi ed espandendo la sua attività fino alla fondazione della fabbrica.
La seconda spiegazione si rifà invece ai movimenti migratori del XVII secolo ed al fenomeno dei cramârs che, nella zona settentrionale della Carnia si erano specializzati nel commercio di stoffe e droghe (spezie) la cui destinazione erano "las Germanias".
Secondo questa ipotesi, è plausibile che qualche pesarino dedito al commercio ambulante, abbia visto ed appreso nelle Germanie - in particolare, nei villaggi della Foresta Nera - i segreti della meccanica dell'orologeria che in quei paesi era già molto sviluppata.
A prescindere dalle possibili ipotesi che, in mancanza di testimonianze scritte restano tali, a partire dalla seconda metà del 600, nelle case di Pesariis cominciò ad essere fabbricato un tipo di orologio da parete in ferro, con caratteristiche meccaniche molto simili a quello tipico della Foresta Nera, da cui però si differenzia per essere costruito completamente in metallo - ferro battuto, od ottone e ferro - anziché in legno e con minori ornamenti, presumibilmente per motivi economici.
Nella maggior parte dei casi gli orologi venivano fabbricati su commissione per essere appesi sotto il portico delle case pi ricche; in altri, il fabbricante o i suoi figli se li caricavano in spalla a mo' di crascina (la "valigia" dei cramârs) ed andavano a venderli nel Veneto e nel Friuli.
Parallelamente, in quest'epoca si registrò un calo delle migrazioni dal canale di San Canciano: evidentemente l'attività era già redditizia.
Nel 1725 venne fondata la Fària (fabbrica) a nord dell'abitato di Pesariis, probabilmente in corrispondenza di un precedente casolare o mulino.
La produzione si mantenne a livello artigianale, ma si cominciarono a costruire anche orologi da torre, naturalmente su commissione, dati mole e costo. Le prime attestazioni risalgono alla fine del XVIII sec.: nel 1789 Antonio Solari costruì e pose in opera l'orologio della torre comunale della città di Cherso, come da attestato della Podestaria di quella città riportato nel catalogo pubblicato dalla Solari nel 1906.
http://www.pesariis.it/index.html
COCCAU (TARVISIO)

Chiesa di S. Nicolò (Secoli XIV; XV) La chiesa parrocchiale risale alla metà del 1300, ma è stata in seguito più volte alterata ed ampliata. Essa conserva il più bel ciclo di affreschi della Valcanale.
Vi sono raffigurati episodi della Passione di Cristo, di scuola centro-friulana; l'"Adorazione dei Magi" è di un autore sicuramente tedesco; "S. Nicolò con le tre sfere d'oro", opera di un pittore di scuola nordica del 1400 avanzato.
Vi sono ancora due statue lignee di S. Nicolò, di cui una del 1300.
Vi sono raffigurati episodi della Passione di Cristo, di scuola centro-friulana; l'"Adorazione dei Magi" è di un autore sicuramente tedesco; "S. Nicolò con le tre sfere d'oro", opera di un pittore di scuola nordica del 1400 avanzato.
Vi sono ancora due statue lignee di S. Nicolò, di cui una del 1300.
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via Cussignacco 48/3 - 33100 Udine (Italia) - tel 0432 204698 mobile 333 3357540
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